(Marco)
C’era una volta,
non molto tempo fa, un ragazzo che era sempre preoccupato.
Era
bravissimo e simpatico, ma sempre in ansia, come se aspettasse in
ogni momento qualcosa di brutto…
Tommaso - questo era il suo
nome - andava alle superiori: gli piaceva andare a scuola, gli
piaceva imparare e scoprire cose nuove. Ed era proprio questo il
problema: sentiva come se il tempo scorresse troppo velocemente, non
ne aveva abbastanza per imparare tutto quello che voleva.
(Lucia)
Passava le giornate facendo decine di cose contemporaneamente, senza fermarsi mai.
Era frenetico e gli sembrava di non riuscire mai a finire nulla, non c’era tempo, il tempo trascorreva troppo veloce e lui avrebbe voluto fermarlo.
Un giorno, tornando a casa da scuola, vide un
sasso colorato sul ciglio della strada. Raramente faceva caso ai
sassi ma quello sembrava diverso, come se non appartenesse a quel
luogo.
(Sara)
Avvicinandosi gli diede un calcio, fortissimo. Voleva solo lanciarlo lontano per poi rincorrerlo e giocarci fino all'arrivo a casa. Solo che successe una cosa stranissima: appena il piede toccò il sasso, in un attimo, il tempo si bloccò. Gli uccellini che stavano volando sopra i tetti si pietrificarono, il vento sembrava un’onda ghiacciata, le auto erano tutte immobili. Niente si muoveva più.
(Teresa)
Appena si riscosse dal primo momento di pietrificante stupore, Tommaso, iniziò ad esultare: correva felice tra le strade immobili, rubò il gelato a un passante, abbassò i pantaloni a un ragazzo antipatico della sua scuola, ma poi si fermò di colpo! Vide una bambina: lo sguardo triste, una lacrima pietrificata sulla guancia, sembrava in movimento, ma non lo era; tendeva verso terra, ma qualche forza superiore sembrava non concederglielo...
(Matteo)
Così guardando quella lacrima, improvvisamente, Tommaso ebbe paura, una paura tremenda! Come avrebbe fatto a far ripartire il tempo. Si paralizzò, come se anche lui non potesse più muoversi, come se anche lui fosse vittima dello stesso sortilegio che sembrava avvolgere tutto il mondo. Sentì un silenzio profondissimo, irreale, un silenzio così assordante da sembrare un rumore. Pianse.
[...]
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